Una tonda nota rimbalza
sul pentagramma dell’infinito.
E’ una goccia di luce
che sapora di silenzio.
In alto, la luna;
sotto, fitti,
boschi d’antenne.
Piegata come un fazzoletto,
dormo in un letto pieno
di fantasmi e ragnatele.
Indosso un fresco pigiama
d’insonnia; le ciabatte,
cani addormentati,
custodiscono sogni immorali.
Solo la luna conosce
il nostro segreto: i suoi bianchi
raggi, come mille pennelli,
scrivono il tuo nome su ogni
cosa che, in questo incanto, riposa.